Carissime ragazze, Carissimi ragazzi Carissimi docenti ed a tutti i presenti
Oggi non posso essere in Teatro con Voi per motivi istituzionali da tempo concordati ma non volevo perdere l’occasione per inoltrarVi un pensiero sull’argomento che oggi andrete a discutere.
L’uso intensivo di internet, la penetrazione profonda delle nuove tecnologie nella vita di tutti i giorni, l’aumento vertiginoso delle relazioni virtuali stanno modificando profondamente il modo in cui Voi ragazzi e ragazze state costruendo la Vostra identità ed è evidente che a Noi adulti vengono richieste nuove abilità atte a gestire la sfida della cura e della educazione di Voi ragazzi e di Voi studenti.
In Italia, come nel resto d’Europa, i più grandi fruitori delle tecnologie digitali sono bambini e adolescenti. Ciò impone un nuovo percorso evolutivo sia per Noi genitori che per Voi ragazzi.
Anche Voi insegnanti vi trovate a dover affrontare e trovare soluzioni nuove a queste nuove esigenze. «Mai farlo e mai permetterlo», ha ammonito papa Francesco nell’incontro con i cresimandi allo Stadio San Siro. Il Pontefice ha parlato di un «fenomeno brutto», che «lo preoccupa»: il bullying (bullismo). «Per favore, state attenti.– ha raccomandato ai giovani – Fate la promessa al Signore di mai fare bullying e di mai permettere che si faccia nel vostro collegio, nella vostra scuola e nel vostro quartiere». L’invito accorato del Papa stimola tutta la comunità scolastica (studenti, docenti, famiglie) a prendere sempre più sul serio il bullismo, anche nelle sue forme più aggressive come il cyberbullismo, termine diventato di tragica attualità. Un bullismo “virtuale” più doloroso di quello “reale”, perché l’offesa e la denigrazione, per chi li subisce, hanno un’amplificazione immediata di consenso che non si cancella nel tempo. Oggi la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web tramite Internet. Un fenomeno che per la stragrande maggioranza dei minorenni rappresenta oggi una minaccia molto concreta, in una società in cui la dimensione digitale della vita privata, in particolare quella dei giovani, ha conquistato un ruolo predominante. All’interno di questo orizzonte la scuola ha un ruolo strategico: Voi docenti, da un lato, siete le sentinelle in grado di cogliere il disagio delle vittime; dall’altro, rappresentate un punto di riferimento indispensabile cui rivolgersi per chiedere aiuto, pur nell’evidente difficoltà di rompere il silenzio e superare la vergogna. La scuola ha un ruolo importante nell’incentivare il confronto sull’utilizzo consapevole di Internet e dei social network tra i giovani; ad esempio commentare ed esplorare con gli studenti eventuali casi a rischio, comprendere le principali motivazioni psicologiche; coinvolgere i ragazzi in attività di prevenzione, di promozione di strategie di coping ed empowerment che certamente favoriscono l’apprendimento. È anche importante sottolineare come questa nuova forma di alfabetizzazione debba essere guidata perché venga creata dai ragazzi stessi: i giovani adolescenti non sono solo i più assidui fruitori delle nuove tecnologie, ma possono contribuire attivamente a svilupparne contenuti, applicazioni e potenzialità. Noi adulti, non solo insegnanti e non solo genitori ma anche come rete di riferimento delle persone di minore età, dobbiamo responsabilmente rispondere a questo tipo di comportamenti.
L’auspicio è quello di rimettere in moto una qualità della comunicazione tra grandi e piccoli che sia basato sull’attenzione, sulla presenza e sulla comprensione. La cultura del rispetto dell’altro è probabilmente una delle più grandi sfide del nostro tempo e il concetto della responsabilità personale è una dimensione da vivere e condividere, adulti e minori insieme.
Un affettuoso saluto
Il Sindaco Pietro Ottaviani